E' un po' che avrei dovuto scrivere questo pezzo, da quando ho messo on line il blog e i contenuti di questo piccolo sito. La mia attività di Counselor, di carattere socio educativo, ha creato l'esigenza di pubblicare lo spazio in cui stiamo e che poi, la mia formazione umanistica, in realtà ha trasformato da subito in un luogo dell'umanesimo civile, di quella cultura che non deve servire solo all'autore ma alla crescita della comunità intera. Lo so, è una bella presunzione, direte, quella di pensarsi creatore di contenuti che servano allo sviluppo umano e culturale di chi legge, ma bisogna volare alti, e se anche contribuisco alla crescita di solo qualcuno va bene lo stesso. Sicuramente cresco io ogni volta.
Il Counseling in quanto tale quindi è rimasto un po' indietro non perché sia meno importante ma perché i concetti espressi sinora ne fanno in qualche modo parte. Trae origine dalla psicologia umanistica di Rogers, Maslow e altri psicologi che tra gli anni 50 e 70 del '900 decisero di centrare la terapia sul cliente, credendolo capace di autodeterminarsi e di poter essere, per questo, autore del proprio destino; ha un fondamento nell'Esistenzialismo nel quale è contenuto il discorso sull'uomo e sull'esistenza, sulla precarietà dell'uno e dell'altra, e su come l'individuo sia responsabile delle sue scelte (Sartre).
In questa pratica che ha sostanziato di molto la mia "cassetta degli attrezzi" ho ritrovato la sintesi perfetta del comportamento che ritengo ideale verso gli altri: empatico, non giudicante, aperto e rispettoso; e anche sicuro, diretto e non aggressivo, al bisogno direttivo. Ma ha anche radicato più a fondo la mia idea di comportamento verso se stessi: l'essere artefici del proprio destino attraverso una conoscenza continua del mondo che ci circonda e delle sue ragioni.
Le due caratteristiche importanti per la vita di ognuno sono l'autodeterminazione efficace e la capacità di cambiare. L'insegnamento primario è diventare capaci di se stessi e per se stessi, accettando i cattivi risultati come stimolo per migliorare sempre. L'uomo capisce sé stesso quando sa cosa può fare di sé e cosa può essere (Heidegger) quindi conoscersi e comprendere i nostri bisogni evolutivi è azione necessaria, metterli in pratica è cosa altrettanto indispensabile. Cambiare è possibile seppur con fatica; a volte non si può fare in una volta sola ed è necessario avanzare per gradi, dandosi degli obiettivi possibili, ma se ci pensiamo bene si cambia ogni volta che decidiamo di evolvere, ad esempio non trascurando la nostra vita intellettuale. Ognuno di questi passi è l'essenza dell'esistere, lo rende vivo perché è una nuova avventura che ci si para di fronte e ci stimola.
Uno dei miei volantini recita "il cambiamento nelle tue mani". In questa breve frase c'è tutto; il fatto che siamo padroni di noi stessi e che lo stare fermi in un punto non ci fa progredire, interrompe la nostra crescita e la possibilità di migliorare il nostro stato. Molto spesso la parola "cambiamento" fa paura; sembra presupporre una svolta radicale delle nostre vite, un rivolgimento totale di persone e abitudini. A volte è così, lo ammetto, ma più spesso il cambiamento è una regolare marcia in avanti in cui ci diamo, volta per volta, delle piccole opportunità di crescita che utilizziamo per evolverci; piccoli passi, un incedere regolare fatto di curiosità e di voglia di nuovo che ci rende via via più emancipati e maturi. "Stay hangry, stay foolish", le famose parole di Steve Jobs sono un viatico a questa mia speculazione. Essere affamati di cose nuove, cercarle anche sembrando pazzi; l’accusa che sentiamo ripetere più spesso: alla tua età ti metti a fare queste cose? si, perché non c‘è un’età giusta, solo la necessità del benessere e dell’autorealizzazione possono essere i moventi del cambiamento. E' per questo motivo che ho a cuore la ricerca umanistica e intellettuale, l'analisi sociale e lo scambio relazionale: sono tutti componenti di quella base solida su cui appoggiare la nostra evoluzione. Oggi, con le opportunità che ci dà la rete, conoscere ed evolvere è diventato più semplice, l'importante è discernere bene, nella ricerca on line, ciò che è veramente un pensiero solido da ciò che è un falso ragionamento, una fake news tanto per usare termini contemporanei. Se la propria capacità cognitiva è ben strutturata però non ci sono pericoli di incappare in queste ultime.
A questo punto, in chiusura di questo pensiero, se volessi creare un'allegoria con il mare, potrei dire che la nostra vita e la nostra attività intellettuale sono come lo scafo di una nave di cui siamo al comando: più sarà robusto ed elastico più avremo chance di riuscire nel proposito di cambiare direzione, anche nei momenti di tempesta; perché l'errore di rotta è sempre possibile e più conosceremo la nave che stiamo pilotando e il mare in cui siamo immersi e ci circonda, più saremo in grado di governare il timone anche in situazioni di burrasca.
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